1. Un distrubo dell'alimentazione o della nutrizione (per esempio apparente mancanza d'interesse per il mangiare o il cibo; evitamento basato sulle caratteristiche sensoriali del cibo; preoccupazioni per le conseguenze avversive del mangiare) come manifestato dal persistente fallimento di soddisfare le necessità nutrizionali e/o energetiche appropriate con uno (o più) dei seguenti:
a. Perdita di peso significativa (o fallimento di raggiungere l'aumento di peso atteso o inadeguata crescita nei bambini).
b. Deficit nutrizionale significativo.
c. Funzionamento dipendente dalla nutrizione enterale o dai supplementi orali.
d. Marcata interferenza con il funzionamento psicosociale.
2. Il disturbo non è meglio spiegato da una mancata disponibilità di cibo o da una pratica culturalmente sancita.
3. Il disturbo alimentare non si manifesta esclusivamente durante il decorso di anoressia nervosa e di bulimia nervosa e non c'è evidenza di un disturbo nel modo in cui il proprio peso e la forma del corpo sono sperimentati.
4. Il disturbo non è attribuibile a una malattia medica concomitante o non è meglio spiegato da un altro disturbo mentale. Quando il disturbo dell'alimentazione si verifica nel contesto di un'altra condizione o disturbo la gravità del disturbo alimentare eccede quella abitualmente associata con la condizione o il disturbo ed è sufficientemente grave da giustificare un'attenzione clinica aggiuntiva.